mercoledì 20 gennaio 2010

Enjoy your trip




I gusti cambiano. Non quelli "propri", personali, ma i gusti delle cose.
Alcuni diventano più insipidi, altri smettiamo proprio di sentirli. Stanchi e assuefatti come siamo, tratteniamo anche un po' il respiro e smettiamo di respirare il mondo. A volte.

Quand'ero bambina, amavo i treni. Mi portavano alla stazione ed ero felice, mi piaceva l'idea di non poter attraversare i binari. Poi quando il treno se ne andava, con dissolutezza mettevo un piede sul ferro e lo ritraevo subito, appena sentivo il brivido tipico di quando sai che stai facendo qualcosa di proibito. Se a quell'età fossi stata in grado di leggere e mi avessero chiesto cos'avrei fatto da grande, avrei risposto "la trainspotter".
Il treno mi piaceva perchè lo associavo a mio padre che tornava da lavoro e mi portava alle altalene.
Ero una fan sfegatata delle altalene, e ci andavo sempre con la bocca aperta e le lacrimucce. Credo che la frase-tormentone della mia infanzia sia stata "chiudi la bocca".
Sì, da piccola ero proprio una fan delle altalene, dei treni e del museo egizio.

Sono tornata alla stazione di Chieri un anno e cinque mesi fa, e ho amato i treni con una consapevolezza diversa. La stazione sembrava diventata più piccola, talmente piccola che sembrava finta, con i treni di cartone. Cartonati a forma di treno che mi davano e mi toglievano, ogni domenica, con una puntualità che a ripensarci sembra un paradosso.
Da Chieri a Torino Porta Susa ho srotolato per un anno e più il mio filo invisibile, con una certa ansia maniacale, specialmente nel viaggio d'andata.

Da quattro mesi prendo il treno quasi tutti i giorni, due o più volte al giorno. Salgo e scendo, viaggio in piedi, guardo fuori dal finestrino, guardo gli altri passeggeri, stilo liste nere e compilo classifiche fatte di viaggiatori divisi per categorie.
Al primo posto ho deciso di collocare coloro che si alzano non appena il treno riparte dalla stazione precendente a quella a cui scenderanno. Questo accade soprattutto sul treno delle 8.10 per Porta Nuova, che per chi non sapesse, è una stazione di binari tronchi. Il treno termina la corsa. Ma loro hanno comunque paura di perdere la fermata.
Al secondo gradino troviamo quelli che non fanno scendere i passeggeri prima di salire sul vagone, e anzi, si accalcano e spingono. La paura di non mettere il culo su un sedile.
Al terzo posto, i mangiatori di agrumi. Ora, io non so per quale motivo ci sia quest'usanza di mangiare mandarini su Trenitalia, ma sarei curiosa di sapere se è un qualcosa di intrinseco alla nostra cultura o che.
Ho riservato la quarta posizione alla gente che ti fissa per gran parte del tragitto, in modo diretto ed indiretto (i giochi di sguardi sui finestrini, n.d.r.). Gente completamente passiva, priva di qualsiasi tipo di espressività, quasi in stato di catalessi. Bah.

Infine, i viaggiatori con trolley. Vaffanculo ai viaggiatori con trolley.

Se ad oggi sono una persona intollerante, Trenitalia deve prendersi il 90% della colpa e fare a metà con l'Autoindustriale Vigo.

Ho smesso di emozionarmi quando prendo un treno, per diverse ragioni; per quello che è cambiato, perchè ho la testa altrove, per i ritardi disumani e i disagi del servizio, per i treni persi e quelli soppressi, e per l'abitudine assassina che prima o dopo fa sbiadire qualunque cosa. Eppure so bene di amare ancora tutto ciò, quando alle sette del mattino siamo solo io, lui e la nebbia.

4 commenti:

  1. E' vero che i gusti cambiano.

    Per quanto mi riguarda da piccolo adoravo lo spezzatino con il fegatino di pollo, mentre oggi non riesco più a vederlo.

    Analogamente da piccolo schifavo orribilmente il risotto, mentre oggi sono sempre più convinto che sia uno dei prodotto più deliziosi della mia terra.

    Caro papà, credo di essermi concentrato sulle cose sbagliate.
    Non so se sono solo i gusti a cambiare, oppure può capitare che una determinata cosa non ti è mai piaciuta ed era solamente assuefante.
    In un modo o nell'altro è sempre rimasta nella tua bocca e non l'hai mai sputata.

    Solo dopo averla sputata ed essermi pulito la bocca, ho finalmente scoperto il gusto delle belle cose di cui mi son sempre privato.

    Ahimè, alcune pizzicano, ma sta qui il bello.
    Come mi disse un antico profeta incontrato su un monte sperduto: "Lasciati andare e soffri come un cane."

    Così sia. (Mi piace troppo come scrivi)

    RispondiElimina
  2. Sono entrata nella setta dei Mangiatori di agrumi. psT

    RispondiElimina
  3. Tu sei una mangiatrice di patate del vagone di terza classe :*

    RispondiElimina