venerdì 16 aprile 2010

Stop the Clocks












Di giorno non sono in grado di definire quella che ora, per comodità, chiamerò "ansia notturna".
A sangue freddo ricordo solo che mi capita di svegliarmi in piena notte, pienamente cosciente, lucida come se fossero le quattro del venerdì pomeriggio.
Una consapevolezza che di giorno svanisce.

Sono spaventata ma penso velocemente nel silenzio più assoluto, il buio mi tranquillizza, finchè non mi faccio coraggio e prendo in mano il telefono. A volte sbaglio, a volte no.

Poi dò un'occhiata all'orario, anche se so già cosa aspettarmi. Come volevasi dimostrare ho avuto il buon gusto di svegliarmi tra le 2:40 e le 4:50, la fascia oraria più inutile e improponibile del mondo.
Un orario del cazzo che ti fa domandare cosa diavolo ti sei messo a letto a fare, e cosa cristo ci rimani ancora, se tanto hai dormito quattro misere ore e tra appena altre due ti devi alzare, procurandoti un nervosismo ad oltranza e delle occhiaie alla World of Warcraft. L' "ansia da giorno dopo".

Per tutti coloro che non si accontentano di tormentarsi durante la veglia.



And if i could stop the clocks
If i could make this moment mine
I´d make the most of a bad time
I wish i could stop the clocks
And wash away those lies
It´s all that i could wish for tonight

1 commento:

  1. Conosco una persona che teorizza che una donna ha bisogno soltanto di quattro ore di sonno. Poi può svegliarsi, e, per esempio, mettersi a studiare.

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