martedì 5 ottobre 2010

E' colpa mia se siamo diventati insofferenti



Mi è bastato un giorno soltanto per sentire il peso di chi non è più una matricola. Non c'è traccia di superiorità in quello che dico, caro il mio lettore pensionato, solo un velo di disincanto.
Gli ospedali sono pieni di ragazzi giovani ed inesperti in jeans e scarpe da ginnastica, ed io me li immagino tutti quanti con lo zainetto invicta tirato su dalle stringhe fino ad un metro sopra al sedere, pieno zeppo di raccoglitori con fogli a quadretti da terza elementare. Ah, quasi dimenticavo la crostatina alla marmellata.
Queste dolci giovani marmotte che hanno guardato troppe volte Patch Adams. Persone che si trovano là per sbaglio, che si piazzano in mezzo al corridoio quando hai fretta, che si aggregano davanti alle macchinette fingendo una verosimile coda. Disorientati, ingombranti, fastidiosi ed inutili al mondo.
Ragazzini che scendono dal pullman in massa e si bloccano nel punto esatto in cui toccano terra, con l'intento di contemplare il maestoso paesaggio dinnanzi a loro: la pensilina.

Oggi più di ogni altro giorno mi sembra che i tempi del liceo non finiranno mai, e che non riuscirò a cancellare il tempo passato sulla soglia della mia classe a guardare i primini chiedendomi se a 15 anni mi vestivo anch'io in quel modo indicibile.
Tempi che negli ultimi periodi preferivo passare chiusa in classe, e tempi in cui desideravo avere il tempo per prendermi la patente ed evitarmi un viaggio in più sul pullman.
Il pullman della morte.
Mi sono sempre seduta nei soliti posti. I primi anni, davanti, perchè al fondo c'erano i più grandi e varcare il limite era una sfida troppo impegnativa.
E gli anni successivi sempre davanti, perchè al fondo si mettevano solo i più scaltri. I fenomeni della scuola, quelli con la risata piacevole quanto una martellata sulle tempie.
Provate a martellarvi le tempie, dài.
Gli ultimi due anni tornavo a casa due ore dopo, aspettando il pullman successivo, per evitare di viaggiare con certe facce da culo.
In cinque anni scolastici ho memorizzato qualsiasi soggetto salisse su quell'autobus, perchè la mente tende a rimuovere ciò di cui ha paura ma evidentemente imprime a dovere tutto quello che odia.
Ho viaggiato con veri e propri roditori, con quindicenni emancipate ed incuranti della loro obesità galoppante, aspiranti cantanti, veline, sfigati, persone senza vita sociale che parlavano solo di quello che avevano fatto a scuola, emo che ti mettevano il male di vivere addosso per com'erano conciati, metallari con le stesse caratteristiche, ragionieri, geometri, tristissimi soggetti provenienti dal classico, capre, gente che non si lavava i denti, gente che non si lavava proprio, chi passava il tempo urlando al telefono, chi aveva il volume del lettore troppo alto, chi si portava direttamente le casse, chi occupava due posti e faceva restare gli altri in piedi pur di far sedere accanto a sè il famoso amico invisibile, chi era alto due metri e ti puntava le ginocchia sullo schienale, etc etc etc.
Ma soprattutto, chi viaggiava per trenta minuti in piedi accanto all'autista pur avendo un posto a sedere disponibile nelle vicinanze, bloccando il passaggio a chiunque desiderasse scendere o salire.
Vi amo, prendetevi un anno sabbatico.


7 commenti:

  1. Come si disse nei Simpson "L'attimo fuggente ha rovinato una generazione di educatori". Patch Adams ha rovinato una generazione di futuri medici.

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  2. Macché, affatto. Allora per quello che scrivo io dovrebbero processarmi al tribunale per i diritti umani? :)

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  3. Senza nulla togliere agli interventi, a me fanno ridere da sola le citazioni che hai sul lato dx del blog. U_U

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  4. Immagina viverle, e nella maggior parte dei casi produrle, quelle citazioni. Comunque ovviamente non scrivo per far ridere, certo, uso la scrittura come sfogo. L'Epicità della Parola è qualcosa di storico ormai però.

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  5. Ti stai autocelebrando sul mio blog U_U comunque so bene cosa significa produrre citazioni, credo sia per questo motivo che so apprezzare le tue.

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  6. ahahah no niente autocelebrazioni. Esalto il lavoro di amici. Non sei la prima che trova quelle piccole frasi a lato piccoli esempi di comicità, per questo posso permettermi una piccola osanna al lato destro del mio blog :) :)

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