domenica 13 marzo 2011

Io te l'avevo detto di non prendere l'Acme



Come se fosse la cosa più naturale di questo mondo, l'uomo si copre gli occhi e idealizza come un matto. Potrebbe passare un'intera vita a costruirsi un universo del tutto personale, attorno al quale erge quattro mura per difendere la sua realtà da ciò che non conosce, che non vuole conoscere e che con buone probabilità gli farà del male.

E non è assolutamente detto che queste mura debbano crollare, ma se un giorno dovessero formarsi dei buchi o delle crepe, l'uomo sarebbe pronto a ricostruire con il cemento a presa rapida. A volte minimizza il danno, a volte proprio non lo vede. Una passata d'intonaco ed è tutto come prima, su pareti meno resistenti del cartongesso ma altrettanto isolanti da quello che sta al di fuori.

Dentro quelle quattro mura di solito ci abitano persone. Per lo più si tratta di tutta quella gente che un uomo non è in grado di conoscere senza renderla prigioniera dei suoi preconcetti, o delle sue necessità.


Per pigrizia, per mancanza di effettivo interesse, per la fretta, per natura, carattere, disillusione, superficialità ed altre infinite ragioni, potremmo custodire dentro questa scatola ogni singola persona che incontriamo nella nostra vita, con l'illusione di conoscerla in un modo che si discosterà interi anni luce da ciò che la realtà (quella oggettiva) ci ha negato tassativamente. Ammesso e non concesso che sia la Realtà a non svelarsi, anzichè noi a non volerla conoscere -inconsciamente o meno-.


Benchè questo comportamento sia uno dei più arcaici del genere umano (cosa stabilita su due piedi dalla sottoscritta per terminare il post), non riesco a tollerarlo come converrebbe. Mi capita di provare un'infinita pena nei confronti di tutti coloro che lo adottano, soprattutto quando vedo nei loro occhi la frenesia di trovare qualcuno da amare e da odiare, qualcuno a cui attribuire tutte le caratteristiche di questo mondo basandosi sul nulla più assoluto.


Non sono immune al continuo dispensare giudizi inconsulti, anzi, tutto il contrario. Mi rimane però l'estrema consapevolezza (e anche la decenza) di arrendermi di fronte all'evidenza.

Non so ancora con certezza quali siano i vantaggi, dal momento che le persone trovano sempre il modo di farti scacco matto e deluderti. Che tu le conosca davvero, o che creda di conoscerle.


Ho scelto di aspettare perchè i miei mattoni sono finiti da un pezzo, e perchè le persone mi piace capirle prima di buttarmici addosso (figura retorica intended).

L'istinto non porta più lontano di una notte, se non ci si arma di un po' di freddezza e non ci si ferma ad osservare con pazienza. E certe cose si vedono molto meglio da fuori.






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