martedì 24 maggio 2011

In notti senza troppa qualità (o quasi)





Questo è il tipo di canzone con cui mi tormentavo nell'attesa -o forse dovrei dire "speranza"- che qualcosa prima o poi sarebbe cambiato e finalmente successo. E' stata una tortura durata quasi un anno, iniziata con la mia curiosità ossessiva e il tuo passare il tempo, con me che ero come chiunque altro ai tuoi occhi e non volevo esserlo per niente.


Sono stati mesi lunghi, li ho sentiti giorno per giorno, e con "giorno" intendo anche le sette ore che passavo nel letto frammentando il mio sonno in tanti piccoli pezzi, uno sguardo al soffitto e uno al cellulare.

Dopo i nodi allo stomaco le cose sono cambiate, migliorate, andate come avrei voluto. Eri la mia unica attesa, e c'è da dire che non avevo mai aspettato così tanto.

Potrei giurare che non è stato bello per niente, ma che mi piaceva, altrimenti avrei smesso prima che diventasse impossibile smettere.

Nella stabilità dei primi tempi, che stabilità forse non era, ho dimenticato tutte le canzoni che mi parlavano di quel periodo (compreso il ballo del mattone, eh). Ne ho dimenticato la musica, i titoli, e le parole, come ci si dimentica delle storie scritte nei libri letti tutti d'un fiato.

Alcune mi rifiutavo di ascoltarle di proposito.

Nei mesi -ormai dovrei parlare di anni- che sono passati dopo di te, a volte risentire una canzone è un po' come riprendere in mano uno di quei libri; aprirlo in una pagina a caso e ricordarne a tratti la Storia.





Se ti riconosci in queste righe, o sei hai anche solo un dubbio, sei pregato di non rendermi partecipe della cosa. Sto scrivendo per me e per non dimenticarmi di tutto questo.

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