Questa canzone mi ricorda la storia a distanza che non ho mai avuto, e quella che ho vissuto in terza persona per più di un anno. Guardavo J., le fotografie di t., la pazienza nel ritagliarle e nell'aspettare.
Sono stati mesi di minuti scanditi, discorsi infiniti, progetti su progetti su progetti e *manca del testo*. Il tempo scivolava talmente piano che a momenti andava all'indietro, come le ore di matematica, e accelerava soltanto nei viaggi di andata.
Di quel periodo mi ricordo i cambiamenti. Le lettere maiuscole, la riservatezza, la mia gelosia per un universo che non mi era concesso di conoscere, non per volontà ma perchè l'amore non è come una canzone e non lo si può condividere passandosi un auricolare.
Anche quando le cose andavano Bene c'era sempre un nervosismo di fondo, una specie di ansia vissuta male per i conti alla rovescia. Dal secondo banco a destra mi limitavo ad ascoltare, ma soprattutto mi riusciva bene guardare e non poter fare nulla.
Ci sono posizioni che non garantiscono la possibilità di dare consigli, ma soltanto abbracci silenziosi, e situazioni impenetrabili e ingiudicabili. E quella situazione, J., era ben decisa a difenderla in qualunque modo.
O almeno, la maggiorparte del tempo è stato così. Forse per tutto il tempo e anche oltre a dire il vero; malgrado le bestemmie motivate e le mosse scorrette, l'apprensione a senso unico e tutta quella fiducia che io non saprei inventarmi nemmeno nelle prossime vite.
Io non credo di averlo mai detto, ma a me quella storia piaceva. Non per l'intreccio sbagliato, ma per tutto il coraggio che ho visto nei protagonisti.
Probabilmente dovrei vergognarmene o esserne risentita, però non mi sono accorta quando e in che modo quella storia era cominciata. Ero disattenta, ma quando potevo, facevo domande e a volte percepivo le risposte. A volte sembrava che tutti quei km di distanza fossero in realtà tra me e J.
Allora un giorno, senza capirne nulla, le dissi "questa è la vostra canzone".
(vabbè, questa invece è un'altra storia)
(Queste sono le parole che fino a qualche anno fa avrei voluto leggere sul blog di t.
RispondiEliminaE il fatto che t. non abbia un blog, credimi, è del tutto secondario: non sarebbe in grado di scrivere un Post come questo nemmeno sotto dettatura. Lo rileggerò ogni volta che avrò bisogno di trovare un senso a quei 2 anni -di morte-
Grazie)
Meno male che hai messo serenaterror (era lei vero?) altrimenti sarei morta di pianto.
(L)
RispondiEliminasecondo me, se mai dovesse vedere questo disegno, si riconoscerebbe persino lei stessa. *_*