Ogni volta che resto sola la temperatura si alza o si abbassa di colpo, come se le stagioni aspettassero quel momento. Prima sembrava davvero tutto fermo, stabile, lineare come i discorsi ben fatti, quelli che costano l'impegno che non riesco a vedere. Nè caldo nè freddo, diciamo tiepido, incolore, insapore. Ogni tanto era caldissimo, qualche volta gelido, come una mansarda. Ma non era mai abbastanza per darmi un equilibrio; io con la termoregolazione sono sempre stata un disastro.
Niente che non si possa risolvere con un piumone.
Essere soli oggi è di una leggerezza decisamente sostenibile. La stessa leggerezza con cui si compra un libro di Saramago scontato alla Feltrinelli, senza la minima pretesa di riconoscersi nella trama.
Non so perché ma leggendo Saramago, qui sul tuo post, mi è venuto in mente Jose Maria Escrivà. Ora ho molta paura.
RispondiEliminaA me leggendo il tuo commento è venuto in mente il ballerino di Amici di Maria. Non so, forse dovrei avere più paura ancora
EliminaLeggendo i vostri commenti mi è venuto in mente un prete ballerino scrittore... o uno scrittore prete ballerino... o un ballerino prete scrittore.
EliminaEssere soli è uno standard. Non fa mai nè troppo freddo, nè troppo caldo per rimanere soli.
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RispondiEliminaSecondo me vi fate troppi solitari mentali.
RispondiEliminaCiao Ghiò, si, ti leggo.
Fra' ç_ç
EliminaMeno male, mi chiedevo che fine avessi fatto.
RispondiEliminaCe la fumiamo una Chesterfield?
RispondiEliminaBlu?
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RispondiEliminaFinito l'amore ritrovato per il blog?
RispondiEliminaNon proprio, diciamo che gli ho chiesto una pausa ç_ç
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