giovedì 28 luglio 2011

Everything I love gets lost in drawers



Sarà anche disumano, ma è raro che qualcuno mi manchi, piuttosto ogni tanto mi sembra di provare un po' di nostalgia per quei momenti in cui il mondo con te sembrava più bello. Non era una cosa assoluta; capitava quando ci si sentiva dire quello di cui avevamo bisogno, quando la sintonia raggiungeva livelli insperabili ed era difficile far finta di niente anche per me che non brillo di certo per il mio entusiasmo.
Oggi stavo pensando ai primi incontri, quelli programmati, di cui si è parlato e per cui si ha aspettato talmente tanto che ormai ci si deve vedere per forza o oggi o mai più.
Nell'attesa del prima, piena di "oddio cadrò per terra inciampando/sbaglierò a parlare/avrò sicuramente qualcosa di ridicolo in faccia-tra i denti" che sono le tre fobie principali, e nell'attesa del dopo "gli sarò piaciuta o non si farà più sentire?", ci si consola sempre pensando che ormai ci si conosce troppo bene per rimanere vicendevolmente delusi.
In certe situazioni mi dimentico sempre che verosimilmente non dovrei essere l'unica a voler fare una buona impressione, e che dall'altra parte c'è una persona che ha le mie stesse insicurezze o almeno finge di averle per solidarietà.

Ultimamente per grazia ricevuta mi concentro molto più sui difetti degli altri che sui miei. Mi rilassa vedere con quale scioltezza la gente fa finta di non avere un terzo occhio sulla fronte.
Mi domando per quale motivo ho passato vent'anni a cercare di voler sembrare impeccabile agli occhi altrui, sentendomi infinitamente inferiore e non attraente, intellettualmente parlando e non solo. Anche con perfetti idioti e perfetti cessi a pedali, a volte.

Delle persone che scelgo di conoscere mi piace il fatto che non siano a contatto con troppa gente e non abbiano troppi interessi o una vita troppo piena di cose da fare, dire e provare. Mi piace che quando parliamo mi guardino e non riflettano troppo su cosa dire. Perchè spesso non me ne frega niente di sapere a che ora ti sei alzato la mattina.
Detesto che mi si metta fretta quando si cammina, si parla, o si è seduti. Odio che la persona che mi sta di fronte tenga d'occhio l'orologio.
Le persone che hanno fretta non hanno il tempo di pensarmi quando io non ci sono.

Digressioni a parte io mi ricordo che con te era tutto perfettamente naturale come non lo è mai stato con nessuno, le parole venivano da sole come se ci fossimo conosciuti ventinove anni fa, e non mi sentivo neanche in imbarazzo quando parlavi delle fossette, delle mie ciglia, dei peli superflui e delle occhiaie bevendo quel the che faceva un po' schifo. Poi ci siamo confrontati le cicatrici per vedere chi era messo peggio e hai vinto tu.




Nessun commento:

Posta un commento